La
musica house è un genere di
musica dance nato nelle
discoteche di
Chicago nella prima metà degli
anni ottanta e fortemente influenzata dalla
disco music e da elementi del
soul e
funk dei tardi
anni settanta.
[1]. Il nome
house deriva dal
Warehouse[1][2], storico locale di
Chicago il cui dj resident
Frankie Knuckles, soprannominato
The Godfather of House, è riconosciuto come il creatore.Questo genere è caratterizzato da una metrica in 4/4 con
cassa in battere su ogni quarto, arricchita talvolta da figurazioni ritmiche più elaborate. Una presenza fissa è lo "snare" (
rullante) sui battiti pari e un "hat" (
piatto) in controtempo, per accompagnare giri di
basso in una o due battute. Il basso può essere acustico, elettrico o anche sintetico. Questa sezione ritmica fa da base per la parte melodica che è composta diversamente a seconda dei generi ma che ha elementi comuni come la presenza di semplici fraseggi melodici di
pianoforte,
chitarra acustiche o elettriche
funky o
jazz, complessi assoli di
fiati,
cordofoni e linee vocali con influenze
funk e
soul. La frequenza
metronomica è tipicamente di 105/110
bpm con punte di 130/132. In media le canzoni house sono suonate intorno ai 125-130
bpm.
[2]
La stesura di un pezzo house inizia quasi sempre con un "introduzione" composta dai soli suoni di batteria, che culmina in una pausa fatta di soli
pad (in italiano detti "tappeti armonici": suoni elettronici di accompagnamento), fino a giungere al tema principale, con le sue variazioni. Segue poi pausa di lunghezza maggiore, respiro ed infine un nuovo tema centrale (magari ripetendo più volte il ritornello) e una coda per chiudere il pezzo. L'introduzione e la coda sono parti fondamentali perché permettono ai
Dj di mettere due pezzi in sequenza senza che il pubblico possa avvertire il cambiamento.
La discoteca Paradise Garage a New York
La
musica house è un genere di
musica dance nato nelle
discoteche di
Chicago nella prima metà degli
anni ottanta e fortemente influenzata dalla
disco music e da elementi del
soul e
funk dei tardi
anni settanta.
[1]. I pionieri del nuovo genere musicale furono i dj
Frankie Knuckles,
Larry Levan e
Nicky Siano, che agli inizi degli
anni settanta dalla console del
Gallery di
New York furono i primi a sperimentare nuove strade musicali come il "beat matching", che consiste nel portare allo stesso "tempo" due dischi suonati consecutivamente, per poi passare dall'uno all'altro facendo proseguire la musica senza soluzione di continuità.
[3]
Un'altra importante innovazione del
Gallery fu quella di utilizzare una console munita di tre piatti: i primi due utilizzati per i dischi mentre il terzo permetteva di inserire nelle canzoni effetti e suoni scelti dal dj
[3].
Nel
1976 Levan fu chiamato al locale che lo avrebbe reso uno dei più grandi dj di sempre: il garage al N°84 di King Street, che alla sua concreta inaugurazione venne ribattezzato
Paradise Garage. Larry Levan e Paradise Garage diventarono grandi insieme, quasi una sola identità: Levan aveva un gusto musicale sopraffino ed innovativo, il Garage suonava come nessun locale aveva mai fatto grazie alle sue origini (era un vero e proprio garage per auto) e grazie al suo potentissimo sound system. Ne derivò la nascita di nuove sonorità, un nuovo genere musicale che oggi va sotto il nome di
House Garage.
Nel
1977 Knuckles si trasferì a
Chicago, diventando dj del Warehouse. Negli anni successivi il suo modo di mixare i dischi con
pattern di
drum machine e vocalizzi soul ottenne sempre maggior successo e iniziò ad essere imitato. La nascita ufficiale del genere si può convenzionalmente far risalire al
1983, quando la casa discografica
Imports Etc di Chicago iniziò a vendere dischi con la denominazione di "musica house"
[2]. La prima etichetta discografica di musica house fu la
Trax Records dell'imprenditore Larry Sherman, nata nel
1985. Sempre nello stesso anno partì anche il catalogo della
D.J. International di proprietà di Rocky Jones.
Fra i primi dischi pubblicati dalle etichette, oltre a "
Your Love" di Jamie Principle (riproposta da Knuckles in una seconda versione nell'89), vanno ricordate anche "
On and On" (1984) di
Jesse Saunders (il primo disco house ufficiale della storia
[4]) e "
Set It Off" di
Walter Gibbons. Questi primissimi dischi erano suonati fino al
1985 solo in determinate discoteche come il Music Box (ex Warehouse: dal 1983
Ron Hardy prese il posto di Frankie Knuckles) o il Paradise Garage. Nella città di Chicago però si potevano ascoltare con la radio WBMX e lo show radiofonico "
Saturday Night Ain't No Jive Chicago Dance Party" dove si alternavano i dj più famosi di
Chicago e
New York (in maniera particolare quelli del famoso gruppo "
Hot Mix 5"). Nella Grande Mela invece
Tony Humphries e
Kenny Carpenter, a metà anni ottanta suonavano la prima house su
Radio Kiss FM. Mentre Knuckles era concentrato sullo stile della Chicago house Levan, ispirato dalla scena dance di Chicago, inventò il genere "Garage": meno veloce e più legato alla musica Soul.
Nel
1986 il genere diventa popolare in tutto il mondo anche se ancora il termine "
House music" era poco usato. Nell'estate di quell'anno "
I Can't Turn Around" del progetto JM Silk diventa il primo disco house che arriva alla numero uno della classifica dance di
Billboard. Nello stesso periodo diventò famosa nelle discoteche "
Move Your Body" di
Marshall Jefferson: il primo disco house importato in Europa. A livello internazionale la svolta decisiva avvenne quando tra gennaio e febbraio 1987 "
Jack Your Body" di
Steve "Silk" Hurley arrivò alla prima posizione della
UK Chart (è stata anche la terza canzone house ad avere un videoclip dopo "
Love Can't Turn Around" e "
Shadows of your Love").
Larry Heard lanciò "
Can you feel it" (pubblicata poi in una versione cantata nel
1988), che aprì il filone
deep house della quale Chicago si stava facendo portavoce. Altri grandi successi della metà degli
anni ottanta furono "
Whatcha Gonna Do" e "
If You Should Need A Friend" dei
Blaze, "
Music is the key" di
Steve Hurley, "
No Way Back" di Adonis, "
I Want You" e "
You Used To Hold Me" di Ralphi Rosario, "
Showin Out" di
Mel & Kim (il primo disco house inglese), "
House Train" di Risse, "
Jack The Bass", "
House Nation" e "
Love Can't Turn Around" di
Farley "Jackmaster" Funk.
Il sintetizzatore Roland TB-303
Sempre nel 1986, un altro disc-jockey di Chicago,
DJ Pierre, inventò l'"acid house"
[2], un tipo di house costruita attorno alle ritmiche del sintetizzatore
Roland TB-303. Il primo singolo ufficiale del nuovo genere fu "
Acid Tracks" (1987) dei
Phuture (di cui DJ Pierre era membro).
Nell'agosto 1987 uscì "
Pump Up The Volume" dei
MARRS (Cj Mackintosh e Dave Dorrell): uno strano disco house britannico che campionava vecchi pezzi funk dei primi anni settanta e alcune canzoni hip hop anni ottanta (una decina di brani in tutto). Riuscì a vendere quattro milioni di copie nel mondo verso la fine di quell'anno. Nello stesso periodo spopolò nella scena underground newyorkese "
Beat Dis" del giovane
Bomb the Bass: molto simile a "
Pump Up The Volume" nella struttura musicale ricampionamento continuo di vecchi pezzi e musiche di serie tv e western celebri degli anni sessanta (come il sample del film
Il buono, il brutto, il cattivo). Il disco aveva uno
smiley sulla copertina che in seguito caratterizzò l'iconografia dei rave e della cultura
acid house inglese.
Nel
1988, anno d'oro della house, i protagonisti furono gli
Inner City (da Detroit) e gli
S'Express (dalla Gran Bretagna) che con le loro canzoni portarono questo genere al successo pop internazionale. Il produttore di musica house più attivo fu però Todd Terry (in alcuni casi con lo pseudonimo "Royal House") che dominò le classifiche dance con "
Can You Party", "
A Day In The Life", "
Bango" e "
Weekend". Notevolissimi i tormentoni da club "
Strings Of Life" di
Rhythim Is Rhythim , "
Devotion" dei Ten City, "
Someday" di Ce Ce Rogers, "
Reachin'" dei Phase II, "
Night Moves" di Rickster, "
Bass!" di Simon Harris, "
The Party" di Kraze, "
We Call It Acieed" dei D-Mob, "
In-Ten-Si-T" di Mickey Oliver, "
The Only Way Is Up" di Yazz, "
Work It To The Bone" di LNR, "
Stakker Humanoid" di Humanoid e "
Promise Land" di Joe Smooth. In autunno uscì anche lo storico disco
hip house "
I'll House You" dei
Jungle Brothers che conteneva il campione di "
Can You Party".
Nel
1989 si aprì così il filone hip house con "
Get Up On The Dance Floor" Di Rob Base & Dj Ez Rok e a seguire "
Turn Up The Bass" di Tyree Cooper e "
Who Is In Da House" dei Beatmasters. Lil' Louis pubblicò "
French Kiss" che gli valse il contratto con la
Epic e venne censurata in Inghilterra per il suo contenuto fortemente erotico. "
People Hold On" dei
Coldcut e
Lisa Stansfield diventò la hit più ballata in Europa. Il potere di mercato di questo genere è rappresentato meglio dal gruppo belga dei Technotronic che con "
Pump Up The Jam" arrivano alla seconda posizione della classifica di vendita americana. Sempre nel 1989 venne pubblicato il primo disco house italiano d'esportazione: "
Ride On Time" dei
Black Box (ottocentomila copie vendute solo in Inghilterra e prima posizione della U.S. Dance Chart di
billboard).
Nel
1990 continuò la moda della hip house con Mr. Lee, Double Trouble, Deskee, i 2 In A Room e Tony Scott. I
C & C Music Factory che già due anni prima avevano prodotto il riempipista "
A Deeper Love" ebbero il loro successo mondiale con "
Gonna Make You Sweat": canzone house sofisticata che contenteva alcuni elementi
hip hop. Nel settore
Garage house sono invece da citare i Deee Lite ("
Groove Is In The Heart") ed Alison Limerick.
Nei primi anni novanta alla techno europea si sovrappose la house inglese (UK House) caratterizzata da un giro di piano deciso e spesso anche da una ritmica
breakbeat. Ricordiamo i Brothers In Rhythm, i
K-Klass, Gat Dècore, Ce Ce Peniston e gli
M-People.
[modifica] Il successo in Europa e l'evoluzione del genere
In
Europa la musica house iniziò a diffondersi già dal
1986 in
Inghilterra. Nel Marzo 1987 Marshall Jefferson, Frankie Knuckles, Adonis e Larry Heard fecero una tour in Gran Bretagna dopo il grande successo da classifica di alcune tracce della Chicago House come "
Jack Your Body" e "
Love Can't Turn Around". Nel frattempo anche a
Ibiza, già nota da fine anni settanta per la sua vita notturna, il nuovo suono di Chicago si era diffuso in numerose discoteche come l'Amnesia, dove veniva suonato in party all'aria aperta e accompagnato dall'assunzione di
ecstasy, droga che divenne simbolo delle discoteche.
[2]
L'anno chiave per l'esplosione dell'house in Inghilterra fu il
1987 quando dj come
Paul Oakenfold e
Danny Rampling importarono il suono di Ibiza nelle discoteche britanniche, in particolar modo a
Londra (
Shoom), a Birmingham (
Heaven, il
Future,
Spectrum e il
Purple Raines) e
Manchester (
Hacienda)
[2]. L'anno seguente la moda dell'
acid house, e con essa il consumo di ecstasy, si diffuse a macchia d'olio in tutto il paese
[1] diventando un vero e proprio fenomeno culturale giovanile. Uno dei tratti caratteristici di questa "
Second Summer of Love" (come fu definita dai
mass media) furono i
rave party, manifestazioni musicali molto spesso illegali organizzate all'interno di aree industriali abbandonate o in spazi aperti, che divennero in breve tempo un problema di ordine pubblico nella rigida Inghilterra dell'epoca
Thatcher. Nonostante l'origine dei rave party illegali sia avvenuta all'interno della scena house, negli anni successivi la musica ascoltata all'interno di essi è diventata la
techno con i suoi sottogeneri e la musica
trance. La house invece ne è stata esclusa.
Nel 1991 a Londra si inaugurerà il
Ministry of Sound che con gli anni diventerà una delle discoteche più famose del Mondo per la cultura della House e della Dance in generale. Dal 1988 al 1993 la UK House otterrà nel Nord Europa un grande successo nelle classifiche di vendita tanto che molti gruppi (non solo inglesi) e crew di musica house o hard core old skool spesso si esibivano nel programma
Top of the Pops. Dal 1990 al 1993 l'emittente britannica
BBC2 addirittura aggiunse al suo palinsesto un programma specifico sulla musica da club (con delle parentesi hip hop): "Dance Energy". Anche in questo caso gli artisti del settore più famosi si esibivano live.
In
Italia, anche se dall'inizio del 1987 suonavano nelle discoteche "
Love Can't Turn Around", "
Move Your Body", "
House Nation" e "
Jack Your Body" la musica house divenne famosa dall'estate del
1988 con pezzi come "
Theme To S'Express" degli S'Express e pochi mesi dopo "
Good Life" degli Inner City, "
Jack To The Sound Of The Underground" degli
Hit House, "
Get Real" di
Paul Rutherford, "
Wait" di Kym Mazelle e "
Say!Rayo!" dei Brooklin Boyz Choir che si inserirono ai vertici delle dance chart
[5]. L'anno seguente poi nacque una vera e propria scena house italiana (definita "spaghetti house") da cui arrivarono numerosi successi internazionali come "
Ride On Time" di
Black Box, "
Numero Uno" di
Starlight Sensation e "
Touch Me" di
49ers.
[6].
Nei primi
anni novanta la house si diffuse in tutta Europa, dando vita a una serie di sottogeneri fra cui l'
eurodance che in breve tempo supererà come successo di vendite e di pubblico la house "classica". Brani come
"Rhythm is a Dancer" degli
Snap!,
"Please Don't Go" di Double U e "
What is Love" di
Haddaway segnarono l'ascesa nelle classifiche del nuovo genere In questo periodo infatti le discoteche iniziarono a "specializzarsi" in un certo tipo di musica dance (eurodance, techno, house), attirando al loro interno una determinata fascia di pubblico appassionato per ogni tipo di musica dance.
[5]. Nel '95 "
The Bomb" dei Bucketheads e "
Hideaway" di De'Lacy assieme agli Outher Brothers e i Reel 2 Real raggiungono grande successo nell'ambito della house più distaccata dal filone underground.
Altri importanti sottogeneri sono la
Garage house, diffusa soprattutto negli USA su ispirazione di
Larry Levan e del suo locale (che intanto nel 1987 chiuderà i battenti, giusto cinque anni prima della morte del DJ per
AIDS) che dà il nome al genere e caratterizzata da un minore uso di suoni elettronici e da una maggiore melodicità, incaranado quindi al meglio la derivazione "disco"; la
Latin House (lanciata da
Little Louie Vega nei primi anni novanta), nata dall'unione tra house music e sonorità latino americane. Particolare menzione merita anche la
French house, nata a fine anni novanta, che rivisita la tradizione disco francese e che si pone all'interno di un contesto musicale definito "french touch", una scuola di DJ d'oltralpe che portano al successo oltre ai succitati brani house, anche
nu jazz e techno con forti contaminazioni funk. Importanti nomi di questa corrente sono i
Daft Punk,
Dimitri from Paris o gli
Africanism di cui fa parte
Bob Sinclar, che alla fine degli anni 2000 riporterà la musica house nelle classifiche internazionali arricchendola di contaminazioni
Dancehall.
Dai primi anni 2000 l'house assurge a vera e propria musica da tormentone prendendo il ruolo avuto fino ad allora dall'eurodance che iniziava a perdere colpi. Tra i successi più significativi ricordiamo "
Crying at The discoteque" degli
Alcazar (2001), "
Gimme fantasy" di
Gianni Coletti (2002), "
The weekend" di
Michael Gray (2004) fino a "
World hold on" di
Bob Sinclar (2006).